Un ponte musicale con GERUSALEMME

Dal 5 all'11 agosto quattro studenti del liceo musicale, categoria archi (Beatrice Casiraghi, Margherita Cipro, Vanessa Degani, Gabriele Mari), accompagnati dal professor Giambattista Pianezzola e dalla professoressa Alessia  Quadrio sono stati a Gerusalemme e hanno partecipato a un progetto in collaborazione con la scuola di musica Magnificat di Gerusalemme (legata alla Custodia di Terra Santa), all'interno di un festival internazionale, il Sounding Jerusalem. Un'esperienza straordinaria dal punto di vista musicale, culturale e umano che speriamo segni l'inizio di una storia con chi abita quella terra. Il progetto, che era già stato programmato prima degli anni della pandemia, è stato realizzato quest’anno grazie ai contatti innanzi tutto con Lucia D’anna, Docente di violoncello e collaboratrice nella Direzione della Scuola di Musica “Magnificat” presso  la Custodia di Terrasanta, e il direttore della scuola stessa, Padre Alberto Pari.

Si è trattata di un’esperienza molto significativa dal punto di vista tecnico musicale: in quei giorni si sono svolte  masterclass, prove e concerti con maestri di alto profilo internazionale (Patrick Jüdt Docente di Viola e Musica da Camera presso la “Berner Fachhochschule, Bern Academy of the Arts”, Igor Frug Violinista, Docente di Violino e Musica da Camera presso il Conservatorio di Tel Aviv, Johannes Meissl, Docente di musica da camera presso “Joseph Haydn Institut für Kammermusik und Neue Musik Wien”, Chen Zimbalista Docente di Percussioni e musica d’insieme presso “Magnificat Jerusalem”e direttore d’orchestra).

A tutto questo si è aggiunto l’inestimabile valore della conoscenza dei luoghi, delle persone e delle loro storie incontrate a Gerusalemme. Per tutti noi che abbiamo vissuto quei giorni, per i ragazzi che sono entrati in stretto contatto con i loro coetanei dell’istituto Magnificat, è stato l’inizio di un modo nuovo, immersivo, più partecipato e anche più drammatico, di guardare le diversità, le tensioni, la complessità che caratterizzano quella porzione di mondo.

Ecco le parole dei ragazzi:

“Mi sono lasciata attraversare dalle sensazioni che ho colto in ogni angolo della città, sono rimasta incantata davanti al muro del pianto e i miei occhi si sono inumiditi davanti alle preghiere dei fedeli all’interno della basilica del Santo sepolcro. Chiunque decida di visitare Gerusalemme deve prepararsi ad essere travolto dalle persone che incontrerà e dalle loro credenze, che vanno oltre la propria confessione religiosa. Quella che si percepisce nella città santa è una genuinità e un’accoglienza incondizionata verso la vita”. (Vanessa)

“L'esperienza vissuta a Gerusalemme è stata, per me, straordinariamente educativa dal punto di vista musicale, storico e umano. La possibilità di poter conoscere ragazzi che, alla mia stessa età, stanno vivendo all'intero di un contesto di forte tensione e violenza ha cambiato la prospettiva sulla mia vita. Mi ha fatto guardare alla mia realtà quotidiana da un altro punto di vista, confrontare le ragioni del dolore che provo con quello di chi vive in un paese dove c'è una forte tensione che diventa violenza e di trovarne alla radice una forte insensatezza.” (Beatrice).

 

Ancora una volta abbiamo sperimentato che la musica usa linguaggi e costruisce legami oltre ogni confine.